A Bonate Sopra andrà in scena uno degli esperimenti culturali più coraggiosi e innovativi degli ultimi anni. Venerdì 5 dicembre, alle 21 al Teatro Verdi, debutta “Muti”, spettacolo prodotto da Le Mosche Teatro con Fabio Ghidotti, Paolo Petrò e Fabrizio Plebani, per la regia di Silvia Briozzo. Un lavoro intenso, diretto e disarmante, che prova a interrogare – senza sconti – il tema della violenza maschile e del modo in cui la società continua, spesso senza accorgersene, a generarla, normalizzarla e trasmetterla.
A rendere questo appuntamento unico è la scelta del Comune di Bonate Sopra: l’ingresso sarà a pagamento solo per le donne (5 euro), mentre gli uomini entreranno gratuitamente. Una decisione inedita e, nelle parole dell’assessore alla Cultura Gabriele Rosa, “un atto necessario per chiamare gli uomini a essere parte attiva della soluzione, non solo del problema”.
Rosa spiega come l’Amministrazione abbia sentito la necessità di rompere un meccanismo ormai ripetitivo: “Da troppi anni sentiamo parlare di violenza sulle donne, abbiamo promosso iniziative, mostre, incontri. Eppure i femminicidi restano tragicamente costanti”.
Muti nasce da una ricerca personale, sociale e psicologica condotta dagli attori e dalla regista, che porta alla luce la trasversalità del problema e il suo radicamento culturale. Il punto di partenza è una maschilità violenta, che non vuole essere generalizzata, ma che nel corso dello spettacolo assume forme e intensità diverse, fino a scoprire una fragilità spesso nascosta: timori, pregiudizi, insicurezze, incapacità comunicative.
È una dimensione che porta molti uomini a non sentirsi adeguati, autorizzati a mostrare debolezza o consapevoli delle proprie emozioni. Lo spettacolo apre così uno spazio di riflessione collettiva che interroga tanto il pubblico maschile quanto quello femminile, cercando di risalire alle origini culturali, educative e sociali della violenza.
La scelta del titolo, Muti, richiama proprio quel silenzio che accompagna spesso la violenza: il silenzio sociale, quello familiare, ma anche quello interiore, fatto di emozioni non dette e non comprese.
L’obiettivo è scuotere lo spettatore e invitarlo a prendere posizione, superando quel mutismo emotivo che troppo spesso è alla base di comportamenti aggressivi o distruttivi. Rosa aggiunge: “Azzardo? Follia? Può essere. Ma il vero azzardo sarebbe non fare nulla. Bonate Sopra è un paese di diecimila abitanti, ma anche da qui può partire un cambiamento concreto.”
Il Comune invita la cittadinanza, e in particolare gli uomini, a partecipare a questo esperimento sociale e teatrale. Un invito a sedersi, ascoltare, riconoscersi e iniziare a rompere un silenzio che non possiamo più permetterci. Perché la lotta alla violenza non può essere delegata solo alle donne: richiede coraggio, responsabilità e la volontà, finalmente, di cambiare davvero.
Giovedì 4 dicembre 2025.








