Come due fuochi che per anni hanno arso ai lati opposti della stessa vallata, Ponte San Pietro e Mapello hanno infine unito le loro fiamme. La rivalità si è trasformata in una scintilla più grande, pronta ad illuminare un percorso univoco: quello verso un nuovo capitolo della lunga storia del calcio isolano. Una
“Unione”, termine ben precisato dal presidente Marziale Bonasio (ex patron dei blues), che sicuramente non cancella una rivalità che ha costruito la sua fama nel corso dell’ultimo ventennio, sempre ai vertici del calcio dilettantistico. Da una parte la realtà storica in assoluto di questo sport e del territorio: quel Ponte San Pietro, allora Vita Nova, che riuscì addirittura a raggiungere, nel lontanissimo 1947-1948 un’incredibile promozione in Serie B, per poi continuare comunque con un percorso di tutto rispetto nel panorama dilettantistico, mantenuto, per la maggior parte del tempo, nelle parti nobili della graduatoria in Serie D. Dall’altra una delle compagini che ha registrato una crescita verticale impressionante, partita, nei primi anni duemila dalla vittoria del campionato di Promozione, grazie alla sapiente guida dell’affermatissimo Stefano Vecchi, alla sua prima panchina in carriera, poi proseguita fino all’attuale guida tecnica della neonata formazione under 23 dell’Inter in Serie C e al coordinamento del suo storico numero uno Arturo Chiappa, oggi presidente onorario del Ponte San Pietro Mapello, insieme a Livio Galbusera. Visti gli ottimi risultati dello scorso anno, la rosa è composta principalmente dalla formazione gialloblu che nell’ultimo campionato ha sbaragliato una concorrenza molto più forte, sulla carta. Ben 10 i volti già conosciuti: tra le conferme più importanti, quelle di Zambelli, Bertacchi e Aldo Ferrari. A completare la rosa, solo tre gli ex Ponte (Monzani, Beduschi e Adamoli) e sette nuovi arrivi.








